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“Segni”, poesia di Marius Creati

Segni

Segni di confine,
confondono le microscopiche idee blasfeme
diretti verso irti sentieri imbrattati di lacrime blande
e noi tutti siam portatori di graffiti ineleggibili.

Segni di caduta,
solchi profondi manifestati dalla paura, dal diniego e dalle mancate scelte
come languidi sospiri sospesi nel buio
sottendono la scia decadente
sinonimo di vita rasente spesso pusillanime.

Il respiro cede l’ultimo afflato
in nome di qualcuno evirato nell’inconscio
prima ancor di infondere il suo gemito primordiale
ove tutto ha inizio,  qui,
conteso in uno sguardo disperso tra i confini del cielo.

Qui,
ove i pensieri si tuffano nel mare
circondato da un’orchestra euforica di pesci e molluschi
divorato dallo stridulo senso di colpa
luogo nel quale mi tiro in disparte… sovente
a riflettere!

Segni di coscienza,
trasmettono un epitaffio alieno alquanto confuso
nota, messaggio immagine per l’anima insaziabile
beffardo in attesa,  e sopito
in un angolo al di fuori della solita scena.

Segni di collasso,
segnali di ripresa dal fiato sospeso
tirati a sorte dalla fantasia della vita
evento che si protrae all’infinito verso la fine.

Rendersi conto che siam tutti tirati a lucido
in colloquio intimo con Iddio
ben amalgamati e avviluppati con cura,
estenuati dal tentativo di vivere l’eterno
inarrendevolmente…

Attimo fuggente e inarrestabile
ove demoni peculiari si spacciano amici per la pelle
complici ideali di frontiera verso
una nuova caduta, una nuova resa, una vana gloria
vissuti nel pieno di semplici tracce ricorrenti.

Segni appariscenti,
dispersi al volgere di una marea
mutevoli e immutabili pronunciano sentieri e sentenze;
dipende da chi li ascolta, da chi li vede, da chi li legge.

Marius Creati                                           08 Ottobre 2011

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